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    Mi chiamo Paolo Cortopassi e sono un geologo dal 1991. Lavoro nell'Alta Toscana nei settori della prevenzione sismica sugli edifici (terremoto) e del dissesto idrogeologico (frane).

    Dal 2004 ho iniziato a sviluppare la mia grande passione per le fiabe , che racconto nei miei spettacoli.

    Le mie storie parlano di animali, bambini, piante, naturalità dei luoghi, ma anche di situazioni difficili dovute al movimento di frane, alla forza delle inondazioni, al tremore dei terremoti...

    Con questo spazio voglio condividere i miei interessi con chiunque possa esserne interessato. Ciao.

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Terremoto in Lunigiana 2013: alcuni effetti

Posted by Paolo su 10 luglio 2013

Il terremoto che ha colpito la parte settentrionale della Toscana nella giornata di venerdì 21 giugno 2013, ha visto il suo epicentro tra gli abitati di Monzone (Fivizzano), Casola in Lunigiana e Minucciano. Il sisma, definito da alcuni come “scossetta” ha causato ampi danni nei comuni già ricordati; l’ipocentro a una profondità di circa 6,5 km ha avuto una Ml di 5,1 (dati Dipteris). Esso è stato seguito da importanti scosse: 3,7 e 3,9 nello stesso giorno, 4,4 e 3,7 il 23 giugno,  4,4 e 3,5 il 30 giugno, tutte a profondità comprese tra i 3 e i 6 chilometri.

Pizzo d'Uccello

Le evidenze morfologiche più significative sono state quelle relative alle frane di crollo, alla densificazione e amplificazioni locali dovute, essenzialmente alla topografia. Di seguito alcune frane di crollo visionate nel Solco di Equi.

235bis

240bis

Effetti di densificazione (addensamento) di materiali artificiali (riporti stradali e banchina) osservati sulla viabilità per Ugliancaldo. La prima foto è precedente alla scossa di 4,4 del 30 giugno e la successiva e del 1 luglio.

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Una tipica fessurazione a croce sulla facciata della chiesetta di Ugliancaldo; la scossa del 30 giugno ha fatto cadere l’arco campanario e aperto una nuova fessura sul muro prospiciente la viabilità, che è stata interdetta.

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Alcuni pesanti effetti su di un edificio in loc. Equi Terme.

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Possibili riattivazioni di un noto movimento franoso in loc. Mezzana (Fivizzano).

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Nel paese di Regnano Castello (Casola in Lunigiana) sono stati osservati molti crolli parziali e un’ampia fessurazione degli edifici presenti, che fanno pensare a possibili amplificazioni delle onde sismiche dovuti sia all’aspetto morfologico del luogo (sottile cresta) sia per quanto riguarda la litologia (alluvioni terrazzate soprastanti a substrato roccioso). Ecco gli effetti visionati.

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Ecco Castello sulla cresta in alto a destra e poco sotto l’abitato di Poggio.

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Altre immagini di Castello.

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Lo spanciamento (troncatura) di un muro in bozze, ha richiamato il terreno retrostante.

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Lungo il sentiero pedonale che sale al borgo, venendo da Poggio.

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Facendo un rapido confrontro tra le coordinate degli epicentri registrati per i terremoti con Ml>2 fino al 1 luglio e le ubicazioni delle sorgenti sismogenetiche conosciute e presenti nell’area interessata, appare questa figura (tratta da Iside + Diss 3.0).

Fivizzano_21_06_13

Brevemente, i poligoni arancioni sono le faglie; in basso a dx abbiamo quella denominata Garfagnana Nord e in alto appare quella di Aulla. Tali poligoni rappresentano le aree dove ricadono gli epicentri dei terremoti causati, appunto, da tali sorgenti sismiche. Come si può notare una buona parte degli epicentri, tra cui la scossa principale di Ml = 5,1, sono esterni a queste aree. Questo, dovrebbe significare, che le strutture che hanno causato tali terremoti, non sono rappresentate nella figura, che mostra lo stato della conoscenza della situazione sotterranea di questa parte della Toscana o perlomeno ciò che al momento, risulta più chiaro. Si tratta, quindi, a mio parere, di un movimento non ancora ben determinato nel suo insieme; personalmente, gradirei che le strutture scientifiche cercassero di dare una motivazione sulla localizzazione degli epicentri rispetto alle strutture sismogenetiche conosciute e potessero aggiungere ulteriori informazioni tecniche, di cui, sicuramente, non sono a conoscenza.
Sarà ben gradito chi vorrà partecipare in questo approfondimento sismologico-strutturale o semplicemente inviare fotografie di altri effetti significativi del terremoto in questione.
Paolo

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3 Risposte a “Terremoto in Lunigiana 2013: alcuni effetti”

  1. Andrea said

    Voglio lasciare solo un piccolo commento circa l’ultimo paragrafo dell’articolo. Ho trovato interessante la prima parte e non ho nulla da dire.
    Ma l’ultima parte mi ha lasciato alquanto “sconvolto”. Si parte da un fenomeno assolutamente naturale per concludere lasciando chiaramente sottintendere l’esistenza di una qualche teoria del complotto.
    Io non sono un geologo, ma mi pare di ricordare dalle conoscenze acquisite al liceo che tutte le faglie (supponendo che abbia utilizzato volontariamente in modo improprio il termine faglia per indicare ciascuna delle placche che stanno a stretto contatto tra loro e non per indicare le linee di faglia che le dividono, altrimenti non ho capito cosa intende) sono a stretto contatto tra loro e in moto relativo l’una rispetto all’altra. Quindi, rifacendomi alle mie conoscenze, mi pare abbastanza improbabile che le due faglie (placche?) siano efficacemente rappresentabili dai due poligoni, che mi sembrano piuttosto delle convenzioni grafiche per indicare il modo in cui le due placche si orientano e muovono l’una rispetto all’altra.
    Inoltre, a quanto ricordo, si ha un terremoto quando le rocce deformate dalle forze scambiate tra le placche, dovute al moto relativo tra le due, arrivano a rottura e liberano l’energia accumulata con la deformazione. Qui posso attingere alle mie competenze da studente di ingegneria circa la deformazione e la rottura e fare alcune supposizioni. Quello che so per certo è che non è assolutamente vera la corrispondenza tra il punto in cui vengono scambiate/applicate le forze e il punto in cui si hanno la maggior deformazione e la rottura. Quindi anche la non corrispondenza tra i luoghi degli epicentri e la linea di faglia mi sembra dovuta quantomeno a considerazioni frettolose.
    Vorrei quindi se possibile avere dei chiarimenti a riguardo, perché come detto all’inizio del commento mi pare di percepire una sorta di complottismo nell’ultima parte dell’articolo, e non sono un amante della teoria del complotto.

    • Paolo said

      Caro Andrea, la conclusione del mio articoletto riportava: “Sarà ben gradito chi vorrà partecipare in questo approfondimento sismologico-strutturale…“. La mia ricerca era ed è tutta improntata a una maggiore conoscenza di quale struttura sismogenetica sia stata sollecitata nella formazione del terremoto. Ma quando scrivo come ora “sollecitata” intendo dire, solo e unicamente, dai movimenti che sono causati dalle forze crustali e sub-crustali che fanno parte del dinamismo naturale della Terra. Se sottolinei l’ipotesi del “complotto” e se per esso vuoi indicare le “bischerate” che trovi in maniera abbondante sulle rete (scie chimiche, esercitazioni militari, Haarp, ecc.), allora devi rivolgerti a quei siti. Nel mio articolo volevo solo indicare che in quella parte del territorio tra il graben della Lunigiana a Nord e quello della Garfagnana a sud, non vi sono rappresentate o meglio, non sono così ben delineate le strutture sismogenetiche che hanno causato questi terremoti. Se vuoi, puoi vericare in alcune risposte e negli articoli successivi, sempre legati al terremoto, come la questione sia stata un pochino approfondita e come siano venute fuori nuove informazioni. Grazie per il tuo contributo. Paolo

      • Andrea said

        La ringrazio della risposta. Avevo evidentemente frainteso il senso complessivo dell’affermazione sulla non appartenenza della maggior parte degli epicentri alle due placche indicate in figura e sulle maggiori indagini da effettuarsi. E la mia, per così dire, “abitudine” a trovarmi di fronte ad articoli in cui un simile detto -.non detto vuol essere un nemmeno troppo velato riferimento ad alcune di quelle che lei chiama “bischerate” (ma che io preferisco definire senza mezzi termini stronzate, mi passi il termine) mi ha fatto alzare la guardia non poco. Le chiedo umilmente scusa per aver dubitato della sua onestà intellettuale, ma come già detto sono fin troppo abituato ad articoli che senza entrare nel merito vogliono chiaramente guidare a certe conclusioni (da lei immediatamente colte) e la mia sensibilità riguardo all’evento ha fatto il resto.
        Adesso mi leggerò anche gli altri articoli circa l’evento lunigianese.

        Andrea.

        P.S.: Se posso permettermi, le consiglio, se dovesse scrivere nuovamente articoli di questo tipo, di essere più specifico e chiaro se non vuole fraintendimenti, perché con me ha trovato un “dubbioso” che ha richiesto chiarimenti, ma potrebbe trovare anche chi si trova a fare il mio stesso ragionamento ma da buon complottista va subito a pensare “Ecco! c’è anche un geologo che dice che è colpa di HAARP!”. Dalle sue parole mi è parso di capire che neppure lei ha molta simpatia verso questi individui, e che non avrebbe molto piacere nell’essere considerato da uno di questi un sostenitore di tali bislacche teorie. Purtroppo chi legge spesso capisce solo quello che vuole capire e non si pone domande.

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