Terremoto in Lunigiana 2013 (4): segni sulle viabilità
Posted by Paolo su 20 luglio 2013
Dopo gli abitati, sono le viabilità che hanno subito i danni del terremoto, danni che al momento attuale, però, sono in una fase di quiescenza, in attesa di una nuova riattivazione, che non necessariamente può derivare da ulteriori scosse sismiche.
Per queste ultime, posso mostrare l’interessante raccolta che l’amico e collega Marco Gatti ha realizzato, suddividendo tutte le scosse registrate per giorno, acquisendo i dati dai portali INGV + ISIDE. La raccolta è consultabile (in formato pdf) cliccando su sequenza dal 21 giugno al 17 luglio
La visione giornaliera dei dati registrati, sicuramente, complica il pensiero che, più o meno, ognuno possiede sul terremoto; gli ipocentri (la diversa colorazione dei puntini è dovuta alle profondità supposte per specifico sisma), oscillano all’interno di un rettangolone, il cui lato maggiore con direzione ENE-WSW ha una lunghezza di circa 18 km e un’altezza di circa 12. Da questa nuvola abbastanza compatta di punti, fa eccezione un settore nella porzione NW, che rappresenta i sismi registrati l’11 e il 12 luglio. Da un esame complessivo, aiutandomi con tutti i dati reperibili da INGV e RISSC (Univ. Napoli), si evincono almeno due movimenti differenti e forse tre. Pare, quindi, di osservare terremoti dovuti a più strutture, sicuramente concatenate (adiacenti) tra di loro. Da queste brevi valutazioni, effettuate esclusivamente sulla localizzazione dei terremoti, traspare una condizione strutturale di questa parte di territorio, compresa tra le due fosse tettoniche (graben) della Lunigiana a Nord e della Garfagnana a sud, piuttosto complessa e, sicuramente, degna di meritare approfondimenti tecnico specialisitici, da non inquadrare nella sola informazione scientifica.
Tornando alle viabilità, di seguito rappresento una serie di pareti rocciose prospicienti strade pubbliche, che in maniera più o meno evidente, sono state interessate da cadute di blocchi e apertura di fratture a seguito delle scosse sismiche.
Molti addetti ai lavori potranno verificare la limitatezza dei blocchi instabili e il conseguente pericolo; i sopraluoghi speditivi effettuati in tale situazione, hanno verificato, difatti, porzioni litoidi instabili inferiori al metro cubo, ma non per questo non capaci di creare situazioni di rilevante pericolo. Si tratta comunque, di spessori superficiali allentati dai sismi; le porzioni dislocabili non si possono così riferire al singolo blocco, piuttosto all’intero materiale che può franare sulla viabilità, con volumi consistenti.
Per concludere, una modesta lezione di vita (lungi da me l’essere profeta!) che potrebbe avere come motto: prima di parlare, verificare se il cervello è collegato!
Alle volte una semplice, “occhiata” direttamente dall’auto di passaggio non può indicare il reale pericolo incombente; difatti dalla foto che segue non si percepisce un granché:
Allora, bisogna fermarsi, aguzzare la vista (collegare il cervello!) e… guardare un po’ più in alto.
Paolo.
This entry was posted on 20 luglio 2013 a 10:43 and is filed under Landslides. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, oppure trackback from your own site.
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